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Come si investe nella mobilità nuova? La lezione della Val Venosta

 

L’educational tour promosso da Salvaiciclisti e dalla Città Metropolitana di Bologna come preludio alla realizzazione dell’Eurovelo 7 è stato un successo, ce lo racconta Guido:

Venerdì 9/10/15

Il bus occupato da 25 passeggeri fra amministratori e tecnici pubblici, 3 associati di Salvaiciclisti-Bologna e l’autista parte verso le 8,30 da Bologna. Tom introduce ai presenti lo scopo del viaggio e l’origine di questa iniziativa. L’intero gruppo dimostra conoscenza dei temi relativi alla mobilità ciclabile ed in generale “sostenibile”.

Le aspettative dei presenti si dividono tra qualità tecnica delle realizzazioni che troveremo in provincia di Bolzano e sulla capacità personale di affrontare un percorso di 60 km in bici (privi di attrezzatura sportiva ed allenamento).

Alle 16,00 cominciamo la riunione nella sala storica del Comune di Bolzano dove veniamo accolti dall’Assessore alla mobilità e dal dirigente della linea ferroviaria Merano-Malles che espongono le modalità con cui è stato realizzato il progetto locale di mobilità integrata ed i motivi per cui le percentuali di spostamenti con mezzi pubblici, mezzi privati a motore, biciclette e pedoni sono stati portati in breve tempo agli standard europei.

Immediatamente ci viene evidenziato che l’attrattività di un grande centro urbano ed a maggior ragione da un capoluogo di provincia crea congestione nella città, ma diventa responsabile anche dal traffico nei quartieri periferici e nei paesi che gravitano intorno ad essa. Il progetto di riduzione di traffico motorizzato privato in città non può quindi escludere interventi radicali nella provincia.

Nel caso in cui si decida di lavorare solo nel capoluogo, l’efficacia degli investimenti sarà sminuita a tal punto da suggerire ai cittadini uno spreco di denaro pubblico. Invece l’integrazione della mobilità ciclabile ai sistemi di trasporto interurbani porta al massimo successo gli investimenti, fino a trasformarli in reali opportunità di sviluppo economico. Oggi i percorsi integrati come linee ferro-tramviarie, bus e piste ciclabili hanno già prodotto un enorme indotto economico fatto di piccole e medie realtà come punti di ristoro, centri di riparazione e noleggio biciclette, rivalutazione di siti architettonici, paesistici e naturali. Non ultimo il turismo dall’estero ha creato una vera e propria economia alternativa a quella tradizionale oggi in flessione.

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Intermodalità: per convincere i riottosi cittadini di Bolzano a ridurre l’uso del motore dal 40% di spostamenti del 2001 al 30% del 2012, era necessario offrire un pacchetto di alternative integrato e contemporaneamente aumentare i tempi necessari ad un moto/automobilista per percorrere un tragitto.

Tutte le soluzioni adottate hanno seguito una regola progettuale molto rigorosa, ma anche molto semplice: precedenza assoluta alle bici e pedoni. Al secondo posto sono stati posti i mezzi pubblici e all’ultimo posto auto/moto private che oggi hanno recepito il cambio culturale da mobilità motorizzata privilegiata a mobilità condivisa e sostenibile. Questa epocale trasformazione non è stata priva di contestazioni, ma il risultato sorprendente è che anche coloro i quali l’hanno osteggiata (gli amministratori pubblici bolzanini sono arrivati loro malgrado a conoscere personalmente ogni oppositore) si sono ritrovati ad usare con soddisfazione i servizi ormai assimilati dal resto della popolazione.

Di seguito i punti chiave del successo degli investimenti:

  • collegamento di tutti gli spezzoni di piste ciclabili esistenti per ottenere la continuità dei percorsimalles3 malles4
  • costruzione di piste ciclabili di particolare attrattività sia estetica che pratica, i quali permettono di rendere competitiva la bicicletta rispetto al mezzo a motore sui percorsi medio/lunghi, cioè dalle periferie e dai paesi fino al centro: le piste ciclabili non possono essere strette piste ciclo-pedonali insicure per i pedoni e insufficienti per ottenere la giusta velocità di marcia dei ciclisti
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  • messa in sicurezza dei percorsi pedonali e ciclabili presso tutte le scuole della provincia per incentivare gli scolari all’uso della bicicletta a discapito della facilità di parcheggio degli accompagnatori motorizzati e della moda degli adolescenti che porta loro a preferire il motorino
  • collegamenti ciclabili verso le aree industriali e commerciali
  • costruzione di 19 nuovi ponti ciclo-pedonali che hanno accorciato i percorsi rendendo sensibilmente competitiva la bicicletta anche rispetto alla moto
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  • creazione di una segnaletica che privilegiasse i ciclisti ed i pedoni e disincentivasse motociclisti e automobilisti
  • allargamento dei marciapiedi e delle piste ciclabili e riduzione delle carreggiate, anche eliminando corsie carrabili in modo drastico: a Bolzano 4 corsie sono state ridotte a 2
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  • eliminazione progressiva dello spazio pubblico dedicato alla sosta auto e moto: il risultato è stato determinante perché l’automobilista ed il motociclista proveniente da 15 chilometri da Bolzano, era comunque molto più rapido nel raggiungere la città, ma perdeva il vantaggio acquisito cercando e pagando i rari parcheggi
  • Permessi speciali di costruzione di parcheggi sotterranei in città. I cittadini vorranno sempre e comunque parcheggiare per strada, ma la presenza di parcheggi aiuta a demolire la radicata mentalità del parcheggio gratuito e quindi di una sorta di diritto insindacabile alla mobilità motorizzata privata
  • Realizzazione di numerosissime zone 30 (velocità oraria massima consentita) che ha drasticamente abbattuto l’incidentalità
  • Ricordarsi sempre che la strada più liscia e con meno curve porta naturalmente all’aumento delle velocità dei mezzi a motore e degli incidenti
  • Costruzione di linee ferro-tramviarie (sabato useremo la Merano – Malles per comprenderne meglio le caratteristiche) con stazioni attrezzate per qualsiasi esigenza del ciclista e con orari di percorso che comprendano le ore serali: non ha senso economico una linea di trasporto pubblico che interrompa il servizio alle 20,00
  • costruzione di parcheggi coperti per biciclette che a Bolzano hanno reso quasi inutilizzati quelli scoperti, ma che hanno convinto molti altri cittadini ad usare la bicicletta
  • stazioni di pompaggio per gli pneumatici delle bici, distribuite sul territorio sulle radiali di accesso al centro cittadino
  • nolo bici a prezzi calmierati (€ 1,00 per 6 ore!) che hanno convinto anche i cittadini non possessori di un mezzo proprio
  • archetti metallici (stalli) per legare le bici in modo più sicuro
  • continue campagne sulla sicurezza stradale nelle scuole e continuo lavoro dei vigili per informare gli automobilisti adulti e recidivi al concetto di rispetto di tutti gli altri utenti della strada
  • Particolare attenzione alla riduzione dei posti moto davanti alle scuole
  • manutenzione delle piste ciclabili almeno una volta ogni tre anni
  • spazzatura della neve privilegiando le piste ciclabili alle strade carrabili
  • segnaletica dedicata, intuitiva e comprendente chilometraggio o tempi di percorrenza
  • a Bolzano è stata costruita una funivia con percorrenza ogni 4 minuti per congiungere una località posta su di una altura: l’automobilista oggi impiega tre volte il tempo di un cliente della funivia

Tutti questi provvedimenti hanno ridotto ai minimi termini il traffico prodotto dagli spostamenti provenienti dall’esterno.

Il traffico interno è stato risolto suddividendo in aree la città: i residenti non hanno più vantaggio a passare in auto da un’area all’altra perché la sosta in altra area è a pagamento e comunque difficile da trovare. La costruzione di una grande zona “ztl” ha poi dato il colpo di grazia agli spostamenti motorizzati. Un altro progetto che integrato a tutti quelli elencati ha dato i suoi frutti è stato quello di realizzare linee di “Metrobus”: originariamente si pensava di realizzare tramvie su sede privilegiata, ma il progetto è stato bocciato politicamente e, al posto dei tram, sono stati acquistati dei bus. Comunque i bus percorrono tragitti progettati e realizzati seguendo le prerogative delle tramvie, sia per accogliere successivamente un auspicabile ripensamento, sia perché i percorsi sono protetti dal traffico privato.

 

Come si risolve il problema dei forti costi di investimento

Seppure innegabile la potenza economica delle provincie autonome, essa non ha determinato il successo del sistema. Questa affermazione ha lasciato perplessi i presenti perché convinti della semplificazione aritmetica “+ soldi, + servizi”. Ecco le soluzioni economiche adottate:

  • Dedicare tutti gli anni un terzo del bilancio comunale esclusivamente alla mobilità ciclistica e sostenibile: il maggiore investimento porta ad abbattere le spese di gestione ed in pochi anni ad abbattere le spese complessivamente
  • Lavorare nella ricerca degli investimenti attraverso la Banca Europea degli Investimenti
  • Lavorare ad una strategia di coinvolgimento dei privati negli investimenti
  • Essere convinti che la mobilità ciclabile e sostenibile non sia una moda del momento, ma una rivoluzione culturale che porta inevitabilmente a migliorare la vivibilità nel territorio, abbassare la spesa sanitaria e ridurre la produzione di CO2, in breve, un vero e proprio obbligo per una amministrazione che lavori per i cittadini. Il tecnico comunale che seguirà il proprio lavoro mentre le giunte cambiano i propri attori, è fortemente coinvolto in questo risultato
  • Tecnici competenti che trovino soluzioni più economiche per la realizzazione di percorsi, sottopassi, cavalcavia, ponti, etc. Per esempio il metodo costruttivo dello “scatolare a spinta”, un sottopasso costa circa € 200’000,00

 

Una nota economica importante, anche se non riguarda direttamente gli investimenti infrastrutturali, è che a Bolzano è stato drasticamente abbattuto il numero di incidenti stradali che procurava una spesa di 500€/giorno per ogni ricoverato. Turismo: è stato calcolato che solamente i turisti svizzeri portano 2 milioni di euro all’anno di iva. Il calcolo del giro economico portato dal turismo in bicicletta non è stato ancora ultimato, ma è già chiaro che tale mercato è diventato competitivo rispetto alla maggior parte di quelli tradizionali. Un ultima risultanza, ma questa volta legata alla riduzione del CO2, è stata quella prodotta dall’acquisto di bus ad idrogeno che costa un milione di euro contro i 300’000 di quelli tradizionali, ma che hanno permesso di costruire una stazione di produzione di idrogeno che attualmente vende anche ai clienti privati. Al termine della riunione andiamo a noleggiare le bici e quindi a verificare di persona le strutture realizzate a Bolzano. Percorriamo 4/5 chilometri in ambito urbano. Infine restituiamo le bici e raggiungiamo l’albergo a Merano dove ceniamo e visitiamo la città con una lunga passeggiata.

 

Sabato 10/10/15 h 9,30

Dopo la colazione il gruppo prende il treno da Merano verso Malles: notiamo che ogni carrozza può portare 15 bici e ci sono i cestini per la raccolta differenziata. Le finiture sono gradevoli ed attraenti: tali soluzioni estetiche hanno portato verso l’uso della ferrovia (o treno + bici) i clienti che precedentemente ritenevano necessario per la propria autostima usare auto o moto.

Il fiume e la pista ciclabile costeggiano la ferrovia e ogni 3/4 stazioni ci sono centri per nolo e riparazione  bici. La tratta Malles – Merano (in leggera discesa) é lunga 60 km che, dopo un pranzo veloce, decidiamo di percorrere rassicurati dalla presenza del servizio treno + bici che potremo usare comodamente se ci dovessimo sentire affaticati. I tre rappresentanti di SIC si pongono in testa (Andrea), in coda (Guido) e come collegamento informativo del gruppo (Tom). La paura di molti nell’affrontare il tragitto era relativa all’affaticamento, al clima ed al sellino. Non eravamo attrezzati in caso di pioggia, ma la fortuna ci aiutati. Il ciclista urbano però non è mai preoccupato del meteo perché porta sempre un piccolo sacchetto con una mantella o giacca “tecnica”, un paio di sovra-pantaloni impermeabili, o copri-gambe aperti dietro (nei periodi caldi), le sovra-scarpe impermeabili ed i guanti. La lunghezza di 60 chilometri è stata affrontata con animo sereno perché non ci siamo fatti mancare soste per uno spuntino o per scattare qualche fotografia. I sellini non hanno comportato problemi per tutti, anche se le biciclette erano a noleggio e non abbiamo apportato alcune modifiche per avvicinarle alle nostre misure personali.

Tutti i 29 partecipanti, compreso l’autista del bus, ed i moto/automobilisti più radicali hanno percorso i 60 chilometri.

Chi più, chi meno, si è reso conto che non è stata un’impresa sportiva. Chi già usa la bicicletta, sa che il maggior ostacolo è la paura di non farcela ed eventualmente la mancanza di mezzi adeguati. Comunque si è dimostrato che 60 chilometri sono alla portata di chiunque abbia la voglia di inforcare una qualsiasi bicicletta, magari malridotta e anche senza preparazione fisica. Alla fine nessuno si è avvalso del treno per accorciare la pedalata e solo uno si è fermato ad una stazione di “bici-servizio” per farsi sostituire un pedale malfunzionante. Giunti a Merano abbiamo restituito le biciclette alla stazione locale che le ha registrate con un sistema di lettura elettronica posto su ognuna di esse e le ha lavate per renderle di nuovo disponibili ad altri clienti.

 

Auguri per il viaggio più importante dell’anno

[Questa mattina è un giorno speciale, e non solo perché è venerdì, ma perché Andrea, Tom e Guido porteranno l’egida di Salvaiciclisti in un viaggio particolare, che parte dal Bologna e arriva in Valvenosta, passando per Bolzano. Questa mattina alle 08.15 sono partiti 25 tra sindaci, tecnici e assessori dei Comuni appartenenti all’area di Bologna Città Metropolitana per un viaggio studio di 2 giorni nella Provincia Autonoma di Bolzano incentrato sullo sviluppo della mobilità ciclistica, ovvero un’occasione, per i nostri amministratori, di imparare da chi ha già fatto quel passo per cui il 20% delle risorse pubbliche per la mobilità urbana viene investito su infrastrutture e servizi dedicati alla bici].

Cari amministratori e tecnici,

è un grande piacere avervi con noi per questa breve avventura che speriamo possa cambiare, nel suo piccolo, il destino di questo territorio. Sapete infatti che l’Emilia Romagna è attraversata, idealmente, da ben 3 dei 14 itinerari che penetrano attraverso tutta Europa (Eurovelo 7, 5, 11), e questa è una straordinaria opportunità che però rimane tale da troppi anni. La città di Bologna, in particolare, mentre continua a godere della propria posizione privilegiata come snodo ferroviario (50 milioni di passeggeri l’anno), di trasporto su gomma (5 milioni di passeggeri), e ora anche del traffico aereo con lo sviluppo dell’Aeroporto, non è però riuscita ancora a conquistarsi la sua giusta posizione di fulcro del cicloturismo italiano che le spetterebbe, perdendo l’opportunità di essere al centro dell’Eurovelo 7, collegando Bologna a Verona e a Firenze, quindi alle tratte di maggior interesse per i turisti stranieri. Mentre sale infatti il turismo urbano legato alla città di Bologna, vediamo diminuire quello dell’Area Metropolitana legato ai piccoli centri, alle meravigliose valli, pure piene di storia, di percorsi naturalistici, di eccellenze gastronomiche e artigianali. Ma stiamo vivendo una nuova epoca in cui tutto questo può subire un cambiamento radicale: la bicicletta, con la sua semplicità e versatilità, sta diventando la fortunata protagonista di una piccola rivoluzione economica che può far arricchire in modo semplici e con bassi investimento le comunità locali. Il vostro compito è quindi più che mai importante e arduo, quello di recuperare un ritardo e di restituire, con investimenti intelligenti, coordinamento e collaborazione tra competenze e amministrazioni, nuove possibilità al turismo e una crescita che non distrugga i nostri territori, ma anzi li arricchisca. In questo viaggio vedrete infrastrutture, servizi e strumenti di segnaletica e comunicazione che se replicati in Emilia Romagna, farebbero la fortuna di queste terre, riconvertendo tutte quelle attività e servizi che oggi sono in crisi. Dipende quindi anche da voi se Bologna Metropolitana avrà o no il suo Eurovelo 7, portando migliaia di turisti europei a visitare i vostri Comuni.

Dopo tanti anni di attivismo vi assicuriamo che l’impegno per la ciclabilità è arduo ma piacevole, non solo perché pedalare rilascia endorfine, ma anche perché il numero delle persone che scelgono la bici è in aumento ogni giorno, e c’è grande aspettativa e favore verso i provvedimenti a favore della mobilità ciclistica e cicloturistica: vedrete quindi salutato con indefesso entusiasmo il vostro lavoro sul tema, per cui non possiamo che iniziare a ringraziarvi per aver accettato questo invito da parte nostra e della Città Metropolitana. Siamo sicuri che questo breve viaggio vi lascerà tanti spunti e momenti piacevoli che renderanno più semplice ancora la progettualità a venire: per qualunque domanda, curiosità o scambio di opinioni, contate pure su Andrea, Tom e Guido, che da vent’anni viaggiano con leggerezza e consapevolezza per le stradine di tutta Italia ed Europa, e sapranno essere le guide giuste per ogni momento. Ringrazio tutto lo staff della Città Metropolitana che ha creduto nel progetto e in particolare Andrea che si è speso per tenere insieme, per una volta, amministratori e cittadini in un momento condiviso.

Non lasciatevi sfuggire niente, e divertitevi!

Con gratitudine,

 

Simona Larghetti

Presidente Salvaiciclisti-Bologna

 

La bicicletta è superata

Questa settimana tutta la città si sta animando per uno degli eventi più attesi dell’anno: l’ottava edizione del roBOt Festival. Domani, martedì 6 ottobre alle 18, inaugurano presso Dynamo – la Velostazione di Bologna, le 4 videoinstallazioni di artisti provenienti dall’Italia e dal Brasile selezionate dalla call4roBOt. Le opere rimarranno visitabili fino al 18 ottobre, illuminando di senso 4 punti diversi della nostra immensa e già amata Velostazione. Ma c’è di più: alle 18 parte anche la visita in bici delle altre 3 location OFF che ospitano le opere selezionate: Collegio Venturoli, Museo della Musica e Loft Kinodromo, per poi fare ritorno a Dynamo e magari riporre le bici in un luogo sicuro, o seguire la prima lezione del laboratorio di fotografia digitale ([email protected]).

L’evento di domani mi entusiasma non solo perchè il roBOt Festival è uno degli appuntamenti annuali che preferisco e che presagiscono alla rinascita di Bologna come fulcro della circolazione di idee e della cultura digitale, ma perché siamo stati chiamati, come luogo e come gruppo di ciclismo urbano, a svolgere il nostro giusto ruolo: la bici è il mezzo che ti porta a scoprire mondi, che ti permette di raggiungere in modo efficiente e gratificante le tue mete, che per domani saranno le location del roBOt e per tutti i giorni sono i nostri impegni e obbiettivi di vita. Dal 2013, con il primo Bike To Art, abbiamo pensato alla bici come occasione di conoscenza e di fruizione dell’arte.

La bici è il mezzo semplice, analogico e geniale, non il fine. Allo stesso modo non volevamo che la Velostazione diventasse solo un luogo di “ciclisti”, soprattutto perché i “ciclisti” non esistono, esistono le persone che vanno in bici (e a volte anche con altri mezzi) ed è per loro che esiste Dynamo, per aprire uno sguardo sulla città, per dichiarare aperte tutte le possibilità, perché la Mobilità Nuova ci porti verso nuovi orizzonti, incontri e stili di vita che ci fanno star bene.

Così come domani porteremo le persone in giro per videoinstalllazioni, giovedì e domenica porteremo migranti e cittadini per il MigranTour del Terra di Tutti Art Festival, con lo stesso spirito e con la stessa apertura.

Con Dynamo stiamo sviluppando tutti i servizi che possono essere utili al ciclista urbano e al cicloturista, ma stiamo anche provando, a superare la bicicletta, rendendo questo luogo un polo attrattore per quanto c’è di bello e buono in questa splendida città.

Come #Salvaiciclisti stiamo lottando per il limite dei 30 nei centri abitati, per le modifiche al Codice della Strada, per salvare i ciclisti. Anche sul piano locale, proprio questa sera ci sarà a Dynamo (dalle ore 20) un piccolo gruppo spontaneo di discussione su come superare le logiche pedonalizzazione VS commercio erroneamente messe in campo da parte delle associazioni di categoria. E’ quello per cui esistiamo e lo faremo finché l’Italia non sarà diventata un paese ciclabile.

Ma vorremmo anche arrivare a dire che la bicicletta, come discorso, è superata. Dall’ovvietà del suo uso per i fini più diversi, dalla sua capacità, come mezzo, di portare altrove , superata da discorsi come solidarietà, condivisione, apertura, interesse. Superata dal discorso politico che la riguarda laddove le amministrazioni dovrebbero fare scelte di convenienza e non di retorica, superata dai pregiudizi e dalla cultura di una città umana, vivibile, comoda.

 

 

30 invaders a Bologna

Stamattina nuvole di palloncini rossi a forma di cuore con il segnale dei 30 km/h sono apparsi agli ingressi della città: è la Festa dei 30, l’evento di guerrilla marketing che accompagna la conclusione dei lavori di installazione di 34 “bolloni” dipinti sull’asfalto con il segnale stradale a tutti gli accessi del centro storico di Bologna. A ricordare che se diminuisce la velocità aumenta la sicurezza.
Chi è entrato in centro questa mattina si è imbattuto a sorpresa in vistose installazioni di palloncini rossi a forma di cuore che riportavano una versione giocosa del limite dei 30 km/h: sono apparsi a centinaia ai principali accessi di Bologna all’alba, a conclusione dei lavori, in corso dalla metà del mese scorso, che hanno visto apparire sul manto di 34 diverse vie di Bologna dei bolloni che riportano il segnale stradale. Il centro storico è infatti la più grande “zona 30” esistente a Bologna, ma troppi cittadini non ne sono consapevoli. Per questo il Centro Antartide, Salvaiciclisti-Bologna e WWF Bologna, con il sostegno del Comune di Bologna nel contesto delle attività della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile, hanno voluto ricordarlo ai bolognesi.

12043138_967101746694903_2345361679335980170_nNon è stata però l’unica sorpresa sulle strade bolognesi: in via Irnerio e (pare) in altri punti della città, è comparsa una segnaletica del limite dei 30, tracciata in modo grezzo sul manto stradale, seguendo un’azione che è stata praticata anche in altre città d’Italia e che non è stata rivendicata da alcuna sigla in particolare. Non possiamo però non notare che uno dei 30 è comparso poco prima della rotonda di via del Terrapieno, dove 10 giorni fa è morto Nicholas, studente di 22 anni investito a morte da un’automobilista che l’ha preso alle spalle alle 18 di una domenica pomeriggio, proprio quel punto dove il giorno successivo alla posa di una ghost-bike, la Polizia Municipale ne ha predisposto la rimozione perché ritenuta pericolosa (accettando però  di ricollocarla in un punto diverso).

Due stili d’azione molto diversi che sembrano ricondurre allo stesso messaggio: i cuori rossi ricordano che viaggiare a 30 kilometri all’ora, dentro le mura, non solo è un obbligo del codice della strada, ma è anche un gesto di rispetto e affetto verso pedoni e ciclisti, che migliora sensibilmente la qualità della loro vita in città e dei loro spostamenti. La segnaletica fai-da-te invece sembra aggiungere una nota amara al messaggio: che non è più possibile aspettare il cambiamento.