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La sicurezza delle strade prima di tutto

Comunicazione urgente del Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti italiani relativa alla mobilità sostenibile e agli interventi per la mobilità ciclistica –

Governo, Parlamento e ANCI inseriscano doppio senso ciclabile, strade scolastiche e fondi per le corsie emergenziali nella conversione in legge del “Decreto Rilancio”

28 maggio 2020

Il cosiddetto Decreto Rilancio varato dal Governo, che il Parlamento si appresta a convertire in legge, ha introdotto importanti provvedimenti per aumentare la mobilità ciclabile in ambito urbano. Oltre agli incentivi economici, sono state previste corsie ciclabili in semplice segnaletica e case avanzate agli incroci: seppur parziali, sono misure importanti per favorire l’uso in sicurezza di biciclette e monopattini nelle città italiane, che da sempre figurano tra le richieste delle Associazioni e Movimenti riuniti in questo Coordinamento.

Ci rivolgiamo con forza al Governo, al Parlamento e ad ANCI per chiedere che nella conversione del decreto in legge il pacchetto di modifiche urgenti al Codice della Strada sia completato con altre due norme, a costo zero ma dall’enorme beneficio per la mobilità e la sicurezza di pedoni e ciclisti urbani: il “doppio senso ciclabile” e le “strade scolastiche”. Esse sono fondamentali per consentire ai Sindaci di dare strade sicure e accoglienti alle due ruote nelle città, di gestire l’entrata e uscita degli alunni a scuola col ritorno in aula a settembre e così di evitare un boom di traffico e smog offrendo reali alternative all’auto.

1) Il “doppio senso ciclabile”, cioè la possibilità per le bici di percorrere in entrambe le direzioni strade invece a senso unico per i veicoli a motore, è già in vigore in molti Paesi europei ed è indispensabile per rendere più diretti e veloci gli spostamenti in bicicletta nei centri storici e nelle zone 30 km/h, evitando allungamenti insensati di percorso. Questa misura, da applicare in vie a bassa velocità e ridotto traffico, è sicura perché garantisce reciproco contatto visivo tra chi va in bici e chi guida un’auto: al di là delle percezioni, lo confermano tutte le esperienze europee e anche italiane (l’intero centro di Reggio Emilia è a doppio senso per le bici dal 2008), dove non risulta nessun aumento di incidenti.

2) Per “strade o zone scolastiche” si intende invece l’istituzione di un perimetro di salvaguardia attorno agli istituti scolastici in concomitanza con l’ingresso e l’uscita degli allievi, all’interno del quale sia interdetto il traffico motorizzato e il parcheggio, prioritariamente con isole pedonali anche temporanee. Il risultato è un ambiente urbano più salubre e più sicuro per gli allievi, che proprio in età giovanile sono più vulnerabili agli inquinanti e più a rischio di essere travolti dalle macchine (perfino a volte nelle manovre di carico e scarico dei loro stessi genitori).


3) Da ultimo, chiediamo che nella conversione in legge sia aumentato, dagli attuali 20 a 200 milioni, il fondo istituito dal “decreto clima” per finanziare progetti di corsie preferenziali e ora esteso anche a piste ciclabili, e che sia aperto a tutti i Comuni ai quali si applica il “bonus mobilità” per l’anno 2020. C’è bisogno di almeno dieci volte tanto le risorse stanziate, infatti, per realizzare con urgenza, quest’estate, le corsie ciclabili d’emergenza e tentare di reggere l’onda d’urto della ripresa completa della fase 3 a settembre, a partire dalle grandi città dove il trasporto pubblico subirà una forte riduzione di passeggeri e c’è il più alto rischio di ricorso massiccio all’uso del mezzo privato in assenza di altre opportunità di spostamento.

Coordinamento
Associazioni e Movimenti
Cicloattivisti e Ambientalisti

Alleanza Mobilità Dolce
Bike4city A.p.s.
Bikeitalia.it
Bike to school
Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento
Cittadini per l’aria Onlus
Comitato Torino Respira
Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino
Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna
Ecoborgo Campidoglio – Torino
FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta
Fridays For Future – Milano
Fridays For Future – Como
Famiglie senz’auto
Fondazione Michele Scarponi Onlus
Genitori Antismog
Associazione hub.MAT – Olbia
Italian Cycling Embassy
Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS
Legambiente Onlus
Milano Bicycle Coalition ASD
Napoli Pedala
Kyoto Club
Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale
Salvaiciclisti Roma A.p.s.
Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Il MIT ritiri le “Linee guida sperimentali per la mobilità ciclabile”

un insensato bastone fra le ruote per l’uso della bicicletta nelle città

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha inserito nel DL Rilancio alcune proposte che come ciclisti italiani abbiamo avuto occasione di vedere e discutere. Tra queste, alcune modifiche del Codice della Strada che seppur parzialmente vanno nella direzione di favorire lo sviluppo della ciclabilità nelle città italiane.

Nel frattempo, senza che nessuna delle associazioni che sottoscrivono questo comunicato fossero state informate o coinvolte, è emersa una bozza di documento del “Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari personali e il personale” contenente “Linee guida sperimentali per lo sviluppo della mobilità ciclabile”.

Tale documento, inviato all’ANCI, contiene valutazioni sull’applicazione di alcune norme del Codice della Strada che non sono condivisibili in quanto producono il perdurare di una condizione di pericolo per i ciclisti sulle strade delle città italiane. Oggi la condizione delle strade delle città italiane, conformata alle norme vigenti del Codice della Strada, è molto pericolosa per i ciclisti, come dimostrano i dati sull’incidentalità e i ciclisti feriti e morti. 

Noi chiediamo nuove norme, alcune delle quali previste del decreto approvato dal Governo, già adottate e sperimentate in tutti i paesi europei con condizioni di sicurezza stradale migliori di quelle italiane. Queste norme hanno già dato prova di migliorare la sicurezza stradale oltre che la ciclabilità delle città. Le “linee guida” proposte ora dal Ministero ne limitano la portata e applicabilità, mantenendo l’attuale situazione di pericolo sulle strade.

Questo non è accettabile.

Senza mettere in discussione la competenza e le giuste preoccupazioni del Ministero, chiediamo che:

1. Le linee guida siano ritirate;

2. siano approvate le norme già contenute nel decreto, aggiungendo in sede di conversione anche il “doppio senso ciclabile”, l’uso delle corsie bus da parte delle biciclette e le strade scolastiche;

3. il Ministero avvii con Anci una sperimentazione che verifichi l’efficacia in termini di sicurezza di tali norme, utilizzando come prova di efficacia gli interventi che faranno i Comuni, appoggiandosi quindi ad all’esperienza dei Comuni che già hanno un elevato livello di ciclabilità e una tradizione progettuale avanzata;

4. solo alla fine della sperimentazione si prevedano, se necessario, delle linee guida che integrino la norma primaria.

Un esempio di Casa Avanzata per le biciclette realizzata dall’Amministrazione di Torino. Le linee guida del MIT restringeranno di molto l’applicabilità di questa e altre soluzioni per la sicurezza.

Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti

Alleanza Mobilità Dolce

Bike4city A.p.s.

Bikeitalia.it

Bike to school

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Fridays For Future – Milano

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Genitori Antismog

Associazione hub.MAT – Olbia

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS

Legambiente Onlus

Milano Bicycle Coalition ASD

Napoli Pedala

Kyoto Club

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Salvaiciclisti Roma A.p.s. 

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Cancellato l’articolo mobilità sostenibile dal decreto maggio

La mobilità è priorità

Inaccettabile lo stralcio delle misure in favore della mobilità sostenibile.

Nell’ultima bozza del “Decreto Rilancio” risulta barrato l’intero articolo a favore della mobilità sostenibile, essenziale per garantire la sicurezza e la salute in questa fase di transizione.

Mentre il resto d’Europa punta sulla mobilità sostenibile in maniera decisa e stanzia fondi ingenti per la messa in sicurezza di pedoni e ciclisti, il DL Rilancio assume l’approccio inverso: niente più bike lane, niente più linee di arresto protette agli incroci e i mobility manager di enti e aziende restano le figure ininfluenti come sono tuttora. Misure queste già al ribasso rispetto alle aspettative di associazioni e movimenti del settore, che chiedevano e confermano la necessità di introdurre subito nel Codice della Strada anche le norme del doppio senso ciclabile e delle corsie condivise bus+bici.

Le principali Città Metropolitane, che maggiormente hanno sofferto per l’epidemia e stanno affrontando la crisi del trasporto pubblico (Roma, Torino, Milano, Bologna, Napoli), stanno procedendo speditamente – anche sulla base delle promesse del Governo – alla costruzione della rete ciclabile d’emergenza, si trovano sole di fronte all’emergenza ad affrontare il clamoroso voltafaccia del Governo in tema mobilità.

Se, di tutte le roboanti promesse, alla fine rimarrà soloun incentivo all’acquisto di biciclette e monopattini, come sembra dalle indiscrezioni che leggiamo sui giornali, e delle inaccettabili “linee guida sperimentali per la mobilità ciclabile” spacciate dal Ministero come soluzione ma che addirittura mettono fuori legge gli interventi stradali per le bici che i Comuni realizzano già da tempo, avremo assistito all’ennesima presa in giro di chi chiede ai cittadini di spostarsi in bici ma non dà il quadro normativo e le risorse necessarie a farlo per davvero.

Il messaggio del Governo appare chiaro più che mai: 

andate a piedi, in bicicletta e usate la micromobilità, ma fatelo a vostro rischio e pericolo.

Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti

Alleanza Mobilità Dolce

Bike4city A.p.s.

Bikeitalia.it

Bike to school

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Fridays For Future – Milano

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Genitori Antismog

Associazione hub.MAT – Olbia

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS

Legambiente Onlus

Milano Bicycle Coalition ASD

Napoli Pedala

Kyoto Club

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Salvaiciclisti Roma A.p.s. 

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Bike lane sì, motor bike lane NO: aumentare uso della bicicletta, non mortalità sulle strade

La levata di scudi delle associazioni, le corsie restino dedicate ai ciclisti

È pericolosa e mortale per la mobilità ciclistica la proposta annunciata ieri dalla Ministra De Micheli di “introdurre nel Codice della Strada la definizione di bike lane, ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, i motocicli ed i tricicli”. In questo modo non si promuove la mobilità in bicicletta, così necessaria alle nostre città in tempi di fase due e di ripartenza. Si mette invece a rischio la vita dei ciclisti che già non sono tutelati; basti pensare che a piedi e in bicicletta muoiono 800 persone ogni anno, oltre il 20% dei morti sulle strade italiane.

Servono subito corsie ciclabili d’emergenza riservate e sicure. È verso queste soluzioni che va adeguato il Codice della Strada. Rendere le ciclabili promiscue con il traffico motorizzato a due/tre ruote come vuole la Ministra dei Trasporti è l’esatto opposto.

Per questo chiediamo alla Ministra De Micheli di rinunciare ad imporre la coesistenza tra biciclette e motorini nelle corsie dedicate: i ciclisti hanno bisogno di percorsi sicuri, e non di subire l’ennesima aggressione dal traffico motorizzato, o non convinceremo mai le persone a salire in sella.

SalvaiCiclisti Roma – SiC Roma A.p.s. 

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Milano Bicycle Coalition ASD

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS, Milano

Bike Pride Fiab Torino

FIAB Roma BiciLiberaTutti

Bike4city A.p.s.

Legambiente 

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB Torino Bici e Dintorni

FIAB Firenze Ciclabile

Associazione hub.MAT, Olbia

Kyoto Club

Alleanza Mobilità Dolce

Legambiente Metropolitano Torino e area metropolitana

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Bikeitalia.it

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Associazione Napoli Pedala

Bike to school

Fridays For Future – Milano

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Genitori Antismog

I nostri report sui candidati alle regionali: per votare consapevolmente

In seguito al nostro appello #coraggioepazienza rivolto ai candidati e alle candidate alle elezioni regionali 2020, abbiamo incontrato candidati e candidate di diverse liste che hanno deciso di raccogliere il nostro invito, con l’impegno di farlo proprio.
Abbiamo deciso di condividere con voi i risultati di questi incontri in forma di breve report, strutturato in maniera analoga per ciascuno.

L’intenzione non è naturalmente quella di dare una indicazione di voto, rimaniamo un’associazione apartititca, indipendente e orientata all’impegno civico, ma di rendere note le posizioni dei candidati sui temi che ci interessano e orientare ciascun membro della nostra comunità a farsi una propria idea.

Come si vota e come si esprimere il voto disgiunto

Europa Verde / tutti i candidati in lista

Stati invitati dal gruppo “Europa Verde” a partecipare alla loro iniziativa elettorale per un confronto sui temi della mobilità sostenibile, in risposta al nostro appello.

Cosa abbiamo apprezzato: le tematiche, le parole chiave e lo spirito del programma portato dai Verdi è sicuramente incentrato sull’importanza della tutela ambientale e della riconversione ecologica dei trasporti e dell’industria e dell’agricoltura, tematiche che sono molto vicine ai nostri obiettivi sociali; molti candidati provengono da esperienze attive di green economy (come Pierpaolo Lanzarini Candidato, ex presidente di Campi Aperti), sono ricercatori e specialisti del contrasto al cambiamento climatico (come Vittorio Marletto), e soprattutto sono tutti utilizzatori quotidiani della bicicletta o del bici+treno, quindi hanno la giusta credibilità ed esperienza diretta come utenti di mobilità sostenibile.

Cosa non ci è piaciuto: l’età media dei candidati è alta, abbassata da poche eccezioni; ci sembra importante che una formazione politica sia in grado di promuovere attivamente un dialogo intergenerazionale, e pensiamo che questa formazione debba interrogarsi profondamente sulla propria incapacità di coinvolgere i giovani. Inoltre i Verdi hanno una storia come partito fatta di molti alti e bassi: bisognerebbe chiarire all’elettore in cosa la formazione attuale è diversa rispetto al partito storico, per i tanti che ne sono rimasti delusi, e in che cosa invece c’è continuità, rispetto a strategie politiche del presente.

Le nostre impressioni: i Verdi sono una formazione che a livello programmatico contiene tutti i temi centrali della tutela ambientale, ma vivendo un momento di rinnovamento della propria organizzazione interna, dovranno dimostrare di essere capaci di farsi valere politicamente nei confronti di un alleato forte, il PD, che ha troppo spesso mostrato pochissimo interesse alla questione ambientale e che sulla mobilità continua a investire troppe risorse pubbliche sulla mobilità privata.

Ilaria Bonaccorsi – Lista Bonaccini

Abbiamo incontrato in Sala Borsa Ilaria Bonaccorsi di Emilia Romagna Possibile, ravennate, ha vissuto a lungo a Roma e ora da due anni tornata a Bologna, editrice di Coconino Press.

Cosa abbiamo apprezzato: Ilaria si è dimostrata una portatrice sana dei valori che portiamo avanti come associazione, ciclista e ambientalista convinta, che utilizza la bici ogni giorno per spostarsi ed è anche una cicloturista. Ha sicuramente una sensibilità spiccata e una buona dose di intraprendenza politica.

Cosa non ci è piaciuto: non abbiamo avuto modo di verificare la sua preparazione nel concreto delle proposte politiche e delle strategie da mettere in campo a livello amministrativo per attuare cambiamenti concreti nelle politiche regionali sulla mobilità.

Le nostre impressioni: nonostante il tema sia ben presente sulla comunicazione di Possibile, quello di Ilaria non ci sembra un impegno strutturato sulle strategie per la riconversione ecologica delle economie e dei comportamenti. La sua collocazione all’interno della lista civica del Presidente Bonaccini, caratterizzata per temi molto lontani e poco recettivi al tema del cambiamento climatico, rischia di non trovare molto spazio politico.

Marcello Saltarelli – Volt

Abbiamo incontrato Marcello Saltarelli, candidato capolista di Volt, giovanissimo (27 anni) come il suo partito, nato due anni fa a livello europeo che si presenta per la prima volta in Emilia Romagna.

Quello che abbiamo apprezzato: Marcello si è dimostrato molto preparato sia nel merito delle politiche della mobilità sostenibile da praticare a livello regionale che sulle questioni generale che riguardano la sostenibilità su energie rinnovabili e salute pubblica. Il programma di Volt è fortemente incentrato sulla questione ambientale con un approccio pragmatico e trasversale alle questioni economiche e sociali, oltre che impegnato sul territorio con tante iniziative di ascolto della cittadinanza. 

Quello che non ci è piaciuto: le proposte di Volt relative alla mobilità sono orientate soprattutto alla mobilità elettrica e ai servizi condivisi, mentre non ci sono accenni specifici alla mobilità ciclistica e attiva. Inoltre la poca esperienza politica e amministrativa in un contesto grande e complesso come quello della Regione potrebbe non essere il giusto contesto per inaugurare un impegno amministrativo.

Le nostre impressioni: È davvero bella e travolgente la passione e la vitalità che contraddistingue il candidato Marcello Saltarelli: l’età media di questo giovane partito ne determina un approccio fortemente orientato al futuro, a soluzioni innovative e tecnologiche come risposta a molti bisogni emergenti e come strumento di lotta alle disuguaglianze. Il progetto politico di Volt è fortemente progressista e incentrato più sull’idea di crescita sostenibile che di decrescita, il che è un approccio molto discusso dagli scienziati della sostenibilità e rischia di rimanere molto legato a una visione “tecnocratica” della società.

Elly Schlein – Emilia Romagna Coraggiosa

Elly Schlein di Emilia Romagna Coraggiosa non ha potuto incontrarci, ma ha voluto comunque stabilire un dialogo con la nostra comunità sulla base del nostro appello commentandone le proposte in una lunga email dalle quali riportiamo la nostra riflessione.

Quello che abbiamo apprezzato: Elly ci ha fornito un resoconto molto ampio e particolareggiato sulle politiche regionali necessarie alla riduzione del traffico privato, delle emissioni climalteranti in favore di una maggiore trasporto pubblico e una maggiore ciclabilità urbana, sia dipingendo un quadro valoriale che condividiamo pienamente (ecologismo come piena espressione di giustizia sociale) sia entrando nel merito dei singoli provvedimenti, delle risorse economiche necessarie e delle strategie per reperirle, dimostrando di aver messo a fuoco a livello programmatico ogni singolo passo necessario al raggiungimento degli obiettivi prefissati, dando prova della sua esperienza politica pregressa in Europa.

Cosa non ci è piaciuto: il progetto politico di Emilia Romagna Coraggiosa, che ha trovato in Elly il suo simbolo e leader, si inserisce nella scia della estrema frammentazione a sinistra che ha già visto molte esperienze politiche analoghe sfumare in maniera deludente. 

Le nostre impressioni: Elly Schlein è una candidata credibile, puntuale e rigorosa nel citare le fonti e i provvedimenti legislativi, mostrando competenza politica, passione e consapevolezza delle sfide che la riconversione ecologica ci impone. Rimane da valutare se il progetto politico in cui è inserita avrà la longevità e la forza necessaria per rispondere in modo efficace alle promesse di una regione ecologista, progressista e femminista.

Antonio Mumolo – Partito Democratico

Antonio Mumolo, consigliere regionale uscente e candidato per un secondo mandato con il Partito Democratico, ha voluto incontrarci, purtroppo non siamo riusciti a fissare un appuntamento e ha risposto puntualmente alle nostre domande via email.

Cosa abbiamo apprezzato: Mumolo ha rendicontato numerose risoluzioni a favore della mobilità ciclistica e delle comunità solari realizzate per sua personale iniziativa nel precedente mandato, come quella per la ciclovia della via Emilia, per la rete regionale trasportistica e cicloturistica. Il candidato presenta quindi non solo una spiccata sensibilità sociale, con la sua esperienza da Avvocato di Strada, ma anche una solida capacità amministrativa e politica.

Cosa non ci è piaciuto: il partito che ha governato la Regione nel precedente mandato, del quale il candidato fa parte, si è dimostrato troppo pavido nell’imporre misure di limitazione delle emissioni e ha preso ancora molte iniziative infrastrutturali a esclusivo favore della mobilità privata, accompagnando misure positive, come la gratuità del TPL per gli abbonati al servizio ferroviario o gli incentivi per l’abbonamento annuale treno più bici, a misure molto pericolose per il futuro della nostra regione, come il Passante di Mezzo e opere analoghe in tutta la regione. 

Le nostre impressioni: Mumolo è sicuramente un candidato credibile e la sua precedente attività ne è una prova tangibile, così come la sua reattività al nostro appello. Rimane affidato alla sensibilità politica personale di ciascuno di noi valutare se la marginalità del tema all’interno del PD sia da considerarsi come invalidante rispetto alla fiducia nel suo futuro operato.

Paolo Gandolfi in Parlamento: un’assenza ingiustificabile

Lascia senza parole la scelta del Partito Democratico di non ricandidare Paolo Gandolfi, il deputato che più di tutti è riuscito a lavorare concretamente in questa legislatura sulla mobilità ciclistica e sulla sicurezza stradale e che ha rappresentato per tutte le comunità impegnate sul tema un punto di riferimento solido per competenze, capacità e coerenza del proprio profilo politico.

Stupisce e rammarica perché il lavoro di Paolo Gandolfi in Parlamento ha rappresentato il primo passo, con l’approvazione della legge quadro sulla mobilità ciclistica Gandolfi-Decaro, per far uscire il paese da un’arretratezza culturale che ogni anno ci costa miliardi di euro in inefficienze sul PIL e migliaia di morti in strada. Un lavoro che era appena all’inizio del suo percorso, dato che Gandolfi è anche l’autore del nuovo Codice della Strada, (codice gravemente lacunoso e tuttora fermo al 1995) la cui riforma è rimasta incagliata nell’approvazione al Senato.

Gandolfi è stato capace come pochi altri di farsi portavoce di un’esigenza pressante di riforma, in modo altamente rappresentativo e tutto trasversale all’appartenenza al suo Partito, e per questo ha raccolto il consenso e la gratitudine di intere comunità. Proprio per questo stupisce la scelta di un Partito che sembra sempre più lontano dalle persone e dai bisogni che esprimono, concentrato a risolvere le proprie dinamiche interne più che a prendere voti e costruire gruppi di lavoro efficienti a beneficio dei cittadini.

Salvaiciclisti Bologna

Interventi in tv – bici+treno

Questa mattina, per la terza volta la petizione bici+treno ha suscitato l’interesse della TV, e la stampa non smette di interessarsi al caso, per questo abbiamo deciso di aprire un canale su Youtube dove Sara Poluzzi e il suo team di cicloferropendolari video-testimoniano le condizioni dell’intermodalità regione per regione.

Intanto ecco l’intervento di questa mattina di Simona Larghetti su TRC, iscrivetevi al canale per rimanere aggiornati!

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Ultima rassegna stampa

25 marzo 2015 / Radio Città del Capo – Torna l’abbonamento  bici+treno. Dove, come e quanto?

27 marzo 2015 / La Gazzetta dello Sport  – Quando le bici vanno come i treni

27 marzo 2015 / Cyclemagazine – Sara, il treno e la bici: dal web è partita la sua piccola rivoluzione

 

Treno+bici a Montecitorio: «non tutto quello che dobbiamo cambiare è difficile e costoso»

Il 5 marzo io e Sara Poluzzi siamo state a Montecitorio ospitate in un seminario organizzato da FIAB – Onlus con la Commissione Parlamentare Trasporti: “Intermodalità tra i sistemi di trasporto sostenibile”. L’evento, programmato come evento di avvicinamento agli Stati Generali della Mobilità Nuova di aprile, ha messo in campo buone pratiche, soluzioni tecniche e problemi politici e amministrativi legati al mancato sviluppo di un settore della mobilità.

Tutte le presentazioni della mattinata sono consultabili sul sito di FIAB, di particolare interesse l’intervento di Giulia Cortesi che ci racconta i numeri di quanti utilizzano i treni tedeschi di lunga percorrenza con il trasporto bici verso l’Italia: sono 15.000 ogni anno i passeggeri con bici al seguito che da Vienna e Monaco arrivano a Roma, Bologna e Verona, mentre il nostro operatore nazionale, Trenitalia, continua a invocare le pieghevoli.

Tra gli interventi che non trovate sul sito, segnaliamo in particolare tre momenti:

– Di fronte alla bocciatura sostanziale del Senato a punti della legge-delega sul Codice della Strada che riguardano proprio la mobilità sostenibile (“perché non c’è copertura finanziaria”), il relatore della legge e coordinatore della tavola rotonda, l’On. Paolo Gandolfi commenta che la «mobilità rimane ancora un tema marginale nel dibattito politico ma centrale nella vita quotidiana di tutti noi». La legge verrà incardinata e riscritta per essere approvata, o in alternativa, afferma il Presidente della Commissione Trasporti Michele Meta, verrà tradotta in una ventina provvedimenti urgenti di immediata approvazione, i quali però non darebbero al Codice della Strada quella nuova e sostanziale impostazione che aveva determinato. E allora speriamo che siano sincere le parole del Viceministro ai Trasporti Riccardo Nencini il quale dice che «manca un disegno d’insieme, è tempo che il cerotto dell’intermodalità diventi un elemento della strategia, e che il Codice della Strada incontri il modello della Smar City per dargli realtà».

– L’intervento di Sara Poluzzi ha riportatola dimensione profondamente politica della situazione italiana sui servizi intermodali e sulle infrastrutture a servizio della mobilità, le quali, di fatto, riflettono un pensiero unico (l’utilizzo dell’automobile) e senza vie d’uscita, mentre un servizio moderno dovrebbe essere in grado di tenere conto della diversità delle esigenze. La petizione portata avanti sulla piattaforma change.org ha dimostrato l’enorme sensibilità al tema e la disomogeneità tra il potenziale della domanda e l’offerta. Le infrastrutture ferroviarie – osserva la Poluzzi – sono già a un buon grado di sviluppo, i treni hanno spazi facilmente adeguabili al trasporto bici, le persone dimostrano una crescente necessità di spostarsi meglio e di risparmiare in tutti i sensi: un pendolare che si sposta in auto da Imola e Bologna produce circa 2 tonnellate e mezzo di CO2 all’anno. Date le pronte risposte sia da parte dell’azienda Trenitalia che da parte della Regione Emilia Romagna, il tessuto culturale e politico si è dimostrato pronto, quello che manca, ora, è un interlocutore univoco capace di dare seguito a una modifica del sistema: «Non tutto quello che dobbiamo cambiare è difficile e costoso».

– Nella tavola rotonda, il cui scopo era quello di definire possibili soluzioni per incrementare l’intermodalità, gli interventi più propositivi e interessanti sono arrivati dal comparto degli operatori economici privati del settore trasporti, i quali hanno interesse nel vendere il servizio. In particolare, l‘intervento di Maurizio Ionico, amministratore unico delle Ferrovie Udine-Cividale, ha ridato speranza e concretezza al futuro dell’intermodalità raccontando del treno Mi.co.tra, un treno  con 90 posti bici che corre lungo la ciclabile Alpe-Adria fino a Salisburgo, utilizzato da pendolari e ciclisti. Il Dott. Ionico ci ha raccontato un sistema che non prevede sovrapposizioni tra treno e bus, che non pone limiti all’intermodalità, che si occupa delle relazioni con gli altri sistemi e che sa rispondere con adeguati cadenzamenti e coincidenze alle esigenze di diversi target.

Speriamo che tutti abbiano preso appunti. Di seguito la rassegna stampa

 

Simona Larghetti

 

Repubblica – Piste ciclabili lungo i binari del treno, bicistrade urbane per l’intermodalità

Video – Agenzia Vista / Agenzia Vista

Panorama.it – Bici+mezzi VS traffico: così a Roma aumenterebbero benessere e posti di lavoro

Focus.it – Bici+mezzi VS traffico: così a Roma aumenterebbero benessere e posti di lavoro

Petizione per ripristino abbonamento bici+treno – Rassegna Stampa

Rassegna stampa sulla petizione di Sara Poluzzi su change.org sostenuta dal movimento #Salvaiciclisti

 

Repubblica 30 dicembre – Pedalando ho risparmiato 4 tonnellate di C02, ora Trenitalia mi cancella l’abbonamento

Radio Città del Capo 31 dicembre – Se Trenitalia cancella l’abbonamento bici…

Radio Città del Capo 2 gennaio –  Serve l’intervento della politica

Adnkronos  7 gennaio – Abbonamento bici su treno, vola la petizione su Change.org 

Repubblica 12 gennaio – Ciclisti, 50.000 firme per l’abbonamento scomparso

Metro 12 gennaio – Bici+treno, firme per tariffa unica

Radio città del capo 13 gennaio – Bici+treno. Donini: intermodabilità centrale, incontrerò la Fiab

Corriere di Bologna 13 gennaio – Treno+bici, in 50.000 firmano per salvare il servizio

Repubblica 13 gennaio – Ridateci la bici sul treno, in 50.000 con la pasionaria

Resto del Carlino 14 gennaio – Sara, una vita da pendolare «la bici non è più in abbonamento»

Repubblica 16 gennaio – Abbonamento Treno+bici, in campo Comune e Regione

Radio città del capo 16 gennaio – Bici+treno. Regione e Trenitalia: “Stiamo trattando”

Repubblica 19 gennaio – Sel, Bici gratis sui treni: si può fare

Bolognatoday 20 gennaio – Bici gratis sui treni, annullato abbonamento: pacchetto Fiab e Salvaiciclisti in Regione

AdnKronos 20 gennaio – “Trenitalia diventi moderna accettando le bici in treno”: la promotrice della petizione su change.org replica all’azienda

AdnKronos 22 gennaio – Bici in treno, sarà l’Emilia Romagna a promuovere l’abbonamento nazionale 

Repubblica 22 gennaio – Bici+treno, Emilia-Romagna ambasciatrice dell’abbonamento nazionale

Corriere di Bologna 22 gennaio – Le 55.000 firme per l’abbonamento (a prezzi popolari) bici-treno

STORIA DI UNA BICI RITROVATA

D. è un’insegnante della scuola primaria. Ha 40 anni e insegna in una scuola del Quartiere in cui vive, va ogni giorno a lavorare in bicicletta. Nel 2008 le rubano la bicicletta nuova di zecca, solo un po’ rovinata da qualche graffio, avendola smontata per un trasporto su treno intercity. Ai tempi il servizio di marchiatura non era ancora attivo, e per riconoscerla in caso di furto, D.  aveva infilato dentro il tubo sella una targhetta con il suo nome e cognome. Appena subito il furto, D. ha fatto regolare denuncia, ma gli operatori di Polizia le avevano detto «è inutile mettere una descrizione troppo dettagliata, tanto è difficile che la ritrova». E invece, 6 anni dopo D. ritrova la sua bici, ma il suo nuovo proprietario non sembra intenzionato a restituirgliela, ma non sa che D., cicloattivista di Salvaiciclisti Bologna, ha molta tenacia e ancora qualche carta da giocare…

Il Corriere di Bologna – 7 novembre 2014

La Repubblica – 7 novembre 2014

Radio Città del Capo – 7 novembre 2014

Il Resto del Carlino – 7 novembre 2014