Il limite tra vivere o morire a Bologna

Lettera aperta ai cittadini bolognesi

I quotidiani questa mattina (Bologna TodayLa Repubblica e Il Resto del Carlino) ci hanno svegliato questa mattina con la terribile notizia di una morte stradale in via di Barbiano, nell’area contigua a via Castiglione fuori porta. Un’auto si è ribaltata e la conducente, di 37 anni, è morta. Le cause, come sempre, sono da accertare.

Non tutti conoscono via di Barbiano: è una viuzza che sale verso i colli proseguendo via Castiglione fuori porta. Si tratta di una zona residenziale con carreggiate strettissime, nella quale la viabilità ha logiche perverse: dal momento che è considerata quasi una zona extra-urbana, i veicoli motorizzati vanno a velocità elevate nonostante il limite dei 30. Il limite è più che doveroso vista la conformazione delle strade, con marciapiedi stretti o mancanti, curve cieche e scarsa visibilità. Ai problemi dell’area aggiungiamo l’alta presenza di macchine di grossa cilindrata, il traffico denso legato alla presenza dell’Istituto Rizzoli, la congestione e la vergognosa sosta selvaggia nei pressi dell’ingresso dei Giardini Margherita che rende invisibile l’attraversamento pedonale. Quasi sempre spento, il rilevatore di velocità su via Castiglione all’ingresso dei Giardini. In via Castiglione-alta gli esseri umani sono ospiti tenuti ostaggio dai cancelli delle case ed escono solo con la scorta (carro)armata dal momento che la zona è utilizzata per scorribande “sportive” da parte di veicoli senza alcuna restrizione reale. Nessun dosso, nessun rallentatore e nessun controllo.

Non conosciamo le cause dell’incidente ma il rovesciamento dell’auto fa pensare che l’elemento determinante sia stata la velocità. Asfalto bagnato, distrazioni e attraversamento improvviso di animali di per sé non causano incidenti. È normale morire a 37 anni per “cause da accertare”? Speriamo che i giornalisti continuino a seguire la vicenda, e ci raccontino quali cause (accertate) portano alla morte di un essere umano. Noi – sulla scorta delle decennali esperienze di città che hanno ridotto a 0 le morti stradali – pensiamo qualunque intervento sulla sicurezza stradale debba partire della velocità, unico elemento a fare la differenza tra un banale incidente e una trappola di lamiere fumanti.

E se la presenza dell’Ospedale limita la possibilità di ricorrere ai dossi, la zona si presterebbe invece molto bene a controlli della velocità (ci sono lunghi tratti senza intersezioni) tramite autovelox: forse, oltre a cambiare la qualità della vita delle persone che abitano da queste parti, cambierebbe qualche abitudine, e si potrebbe salvare qualche vita. Ma i cittadini bolognesi sono pronti a cambiare abitudini di guida per salvaguardare (anche la propria) vita? Sono pronti a rispettare i limiti di velocità?

Associazione Salvaiciclisti Bologna