Comunicati Stampa

Il MIT ritiri le “Linee guida sperimentali per la mobilità ciclabile”

un insensato bastone fra le ruote per l’uso della bicicletta nelle città

Il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha inserito nel DL Rilancio alcune proposte che come ciclisti italiani abbiamo avuto occasione di vedere e discutere. Tra queste, alcune modifiche del Codice della Strada che seppur parzialmente vanno nella direzione di favorire lo sviluppo della ciclabilità nelle città italiane.

Nel frattempo, senza che nessuna delle associazioni che sottoscrivono questo comunicato fossero state informate o coinvolte, è emersa una bozza di documento del “Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari personali e il personale” contenente “Linee guida sperimentali per lo sviluppo della mobilità ciclabile”.

Tale documento, inviato all’ANCI, contiene valutazioni sull’applicazione di alcune norme del Codice della Strada che non sono condivisibili in quanto producono il perdurare di una condizione di pericolo per i ciclisti sulle strade delle città italiane. Oggi la condizione delle strade delle città italiane, conformata alle norme vigenti del Codice della Strada, è molto pericolosa per i ciclisti, come dimostrano i dati sull’incidentalità e i ciclisti feriti e morti. 

Noi chiediamo nuove norme, alcune delle quali previste del decreto approvato dal Governo, già adottate e sperimentate in tutti i paesi europei con condizioni di sicurezza stradale migliori di quelle italiane. Queste norme hanno già dato prova di migliorare la sicurezza stradale oltre che la ciclabilità delle città. Le “linee guida” proposte ora dal Ministero ne limitano la portata e applicabilità, mantenendo l’attuale situazione di pericolo sulle strade.

Questo non è accettabile.

Senza mettere in discussione la competenza e le giuste preoccupazioni del Ministero, chiediamo che:

1. Le linee guida siano ritirate;

2. siano approvate le norme già contenute nel decreto, aggiungendo in sede di conversione anche il “doppio senso ciclabile”, l’uso delle corsie bus da parte delle biciclette e le strade scolastiche;

3. il Ministero avvii con Anci una sperimentazione che verifichi l’efficacia in termini di sicurezza di tali norme, utilizzando come prova di efficacia gli interventi che faranno i Comuni, appoggiandosi quindi ad all’esperienza dei Comuni che già hanno un elevato livello di ciclabilità e una tradizione progettuale avanzata;

4. solo alla fine della sperimentazione si prevedano, se necessario, delle linee guida che integrino la norma primaria.

Un esempio di Casa Avanzata per le biciclette realizzata dall’Amministrazione di Torino. Le linee guida del MIT restringeranno di molto l’applicabilità di questa e altre soluzioni per la sicurezza.

Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti

Alleanza Mobilità Dolce

Bike4city A.p.s.

Bikeitalia.it

Bike to school

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Fridays For Future – Milano

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Genitori Antismog

Associazione hub.MAT – Olbia

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS

Legambiente Onlus

Milano Bicycle Coalition ASD

Napoli Pedala

Kyoto Club

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Salvaiciclisti Roma A.p.s. 

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Cancellato l’articolo mobilità sostenibile dal decreto maggio

La mobilità è priorità

Inaccettabile lo stralcio delle misure in favore della mobilità sostenibile.

Nell’ultima bozza del “Decreto Rilancio” risulta barrato l’intero articolo a favore della mobilità sostenibile, essenziale per garantire la sicurezza e la salute in questa fase di transizione.

Mentre il resto d’Europa punta sulla mobilità sostenibile in maniera decisa e stanzia fondi ingenti per la messa in sicurezza di pedoni e ciclisti, il DL Rilancio assume l’approccio inverso: niente più bike lane, niente più linee di arresto protette agli incroci e i mobility manager di enti e aziende restano le figure ininfluenti come sono tuttora. Misure queste già al ribasso rispetto alle aspettative di associazioni e movimenti del settore, che chiedevano e confermano la necessità di introdurre subito nel Codice della Strada anche le norme del doppio senso ciclabile e delle corsie condivise bus+bici.

Le principali Città Metropolitane, che maggiormente hanno sofferto per l’epidemia e stanno affrontando la crisi del trasporto pubblico (Roma, Torino, Milano, Bologna, Napoli), stanno procedendo speditamente – anche sulla base delle promesse del Governo – alla costruzione della rete ciclabile d’emergenza, si trovano sole di fronte all’emergenza ad affrontare il clamoroso voltafaccia del Governo in tema mobilità.

Se, di tutte le roboanti promesse, alla fine rimarrà soloun incentivo all’acquisto di biciclette e monopattini, come sembra dalle indiscrezioni che leggiamo sui giornali, e delle inaccettabili “linee guida sperimentali per la mobilità ciclabile” spacciate dal Ministero come soluzione ma che addirittura mettono fuori legge gli interventi stradali per le bici che i Comuni realizzano già da tempo, avremo assistito all’ennesima presa in giro di chi chiede ai cittadini di spostarsi in bici ma non dà il quadro normativo e le risorse necessarie a farlo per davvero.

Il messaggio del Governo appare chiaro più che mai: 

andate a piedi, in bicicletta e usate la micromobilità, ma fatelo a vostro rischio e pericolo.

Coordinamento Associazioni e Movimenti Cicloattivisti e Ambientalisti

Alleanza Mobilità Dolce

Bike4city A.p.s.

Bikeitalia.it

Bike to school

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Fridays For Future – Milano

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Genitori Antismog

Associazione hub.MAT – Olbia

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS

Legambiente Onlus

Milano Bicycle Coalition ASD

Napoli Pedala

Kyoto Club

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Salvaiciclisti Roma A.p.s. 

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Bike lane sì, motor bike lane NO: aumentare uso della bicicletta, non mortalità sulle strade

La levata di scudi delle associazioni, le corsie restino dedicate ai ciclisti

È pericolosa e mortale per la mobilità ciclistica la proposta annunciata ieri dalla Ministra De Micheli di “introdurre nel Codice della Strada la definizione di bike lane, ovvero una corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre, come ad esempio i ciclomotori, i motocicli ed i tricicli”. In questo modo non si promuove la mobilità in bicicletta, così necessaria alle nostre città in tempi di fase due e di ripartenza. Si mette invece a rischio la vita dei ciclisti che già non sono tutelati; basti pensare che a piedi e in bicicletta muoiono 800 persone ogni anno, oltre il 20% dei morti sulle strade italiane.

Servono subito corsie ciclabili d’emergenza riservate e sicure. È verso queste soluzioni che va adeguato il Codice della Strada. Rendere le ciclabili promiscue con il traffico motorizzato a due/tre ruote come vuole la Ministra dei Trasporti è l’esatto opposto.

Per questo chiediamo alla Ministra De Micheli di rinunciare ad imporre la coesistenza tra biciclette e motorini nelle corsie dedicate: i ciclisti hanno bisogno di percorsi sicuri, e non di subire l’ennesima aggressione dal traffico motorizzato, o non convinceremo mai le persone a salire in sella.

SalvaiCiclisti Roma – SiC Roma A.p.s. 

Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento

Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale

Milano Bicycle Coalition ASD

Salvaiciclisti Bologna A.p.s.

Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna

Italian Cycling Embassy

Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS, Milano

Bike Pride Fiab Torino

FIAB Roma BiciLiberaTutti

Bike4city A.p.s.

Legambiente 

Cittadini per l’aria Onlus

Comitato Torino Respira

Ecoborgo Campidoglio – Torino

FIAB Torino Bici e Dintorni

FIAB Firenze Ciclabile

Associazione hub.MAT, Olbia

Kyoto Club

Alleanza Mobilità Dolce

Legambiente Metropolitano Torino e area metropolitana

FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta

Bikeitalia.it

Fondazione Michele Scarponi Onlus

Associazione Napoli Pedala

Bike to school

Fridays For Future – Milano

Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino

Fridays For Future – Como

Famiglie senz’auto

Genitori Antismog

Proposte mobilità sostenibile urbana intra e post emergenza COVID-19

Egr. On. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana [email protected] 

Egr. Dott. Vittorio Colao, Presidente del Comitato di esperti in materia economica e sociale presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri [email protected] 

Egr. Dott. Domenico Arcuri, Commissario Straordinario Emergenza Epidemiologica COVID-19 [email protected] 

Egr. Dott. Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile [email protected] 

Gent. On. Paola De Micheli, Ministro alle Infrastrutture e dei Trasporti [email protected] 

Egr. On. Roberto Speranza, Ministro della Salute [email protected] [email protected] 

Gent. Dott.ssa Luciana Lamorgese, Ministro degli Interni [email protected] 

Egr. Gen. Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare [email protected] 

Egr. On. Stefano Bonaccini Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome [email protected] 

Egr. Ing. Antonio Decaro, Presidente dell’ANCI [email protected] 

Oggetto: Urgente – Proposte mobilità sostenibile urbana intra e post emergenza COVID-19 

Spett.li Autorità, 

Le sottoscritte Associazioni impegnate per la mobilità sostenibile e l’ambiente, riunite in un Coordinamento nazionale, presentano le seguenti riflessioni, osservazioni e proposte unitarie riguardo alle criticità future nel settore della mobilità. 

Emergenza mobilità nelle città italiane dopo il Covid-19 

La fine delle restrizioni per la gestione di emergenza di contrasto della diffusione della Covid-19 porterà una nuova condizione di emergenza traffico nelle città italiane. Lo scenario è quello per cui l’uso del trasporto pubblico locale sarà fortemente ridotto, sia a causa del mantenimento delle restrizioni, sia causa della sfiducia della popolazione nel 

prendere i mezzi pubblici. Il trasporto pubblico locale sposta quote rilevanti di cittadini, fino al 55% nelle grandi città, a cui si aggiunge l’enorme movimento di persone che usano i treni pendolari. Fatto tutto ciò che si potrà per mantenere e migliorare i servizi di trasporto pubblico, si può facilmente prevedere che quote importanti di questi spostamenti abbandoneranno il trasporto pubblico e cercheranno altre modalità di spostamento. In assenza di interventi è facile prevedere che molti di coloro che abbandoneranno il trasporto pubblico sceglieranno di muoversi in automobile, (i dati preliminari provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese vanno in questa direzione) se questo dovesse avvenire avremo certamente il collasso della mobilità nelle città italiane, a partire dalle città metropolitane. Siamo fortemente preoccupati dall’insorgenza, fuori dal contesto internazionale, di questo fenomeno e la riteniamo una grave sciagura per tutti, da evitare con la massima cura. Questa situazione è già stata analizzata in altri Paesi e per evitarla si stanno prendendo decisioni utili a gestire questa fase transitoria rafforzando la mobilità alternativa all’auto, tra questi si rilevano già i casi di Budapest, Bogotà, Philadelphia, Minneapolis, Oakland, Vancouver, Calgary, Vienna, Città del Messico, Berlino e Londra. 

Si pone dunque il problema di garantire altre forme di mobilità alternative all’auto. La creazione di corridoi per la mobilità di emergenza è la soluzione già prospettata all’estero e prevede di assegnare corsie dedicate alle forme di mobilità alternative all’auto lungo tutte le principali direttrici urbane, in modo da convogliare su queste le quote di mobilità che si perderanno dal trasporto pubblico, almeno nelle parti più congestionate delle città. È d’altro canto fondamentale garantire ai cittadini forme di mobilità attiva, sia per la salute personale che collettiva, anche in virtù di una migliore qualità dell’aria, soprattutto in ambito urbano. 

Misure Proposte 

Noi Associazioni promotrici suggeriamo il seguente pacchetto di misure per la gestione sostenibile della mobilità nella fase emergenziale e in quella immediatamente successiva: 

1. Realizzazione di nuove regolamentazioni e/o infrastrutture “soft”, a basso costo e rapida attuazione, per la mobilità attiva (pedonale e ciclabile) e la micromobilità, estese a tutta l’utenza fragile, anche non convenzionali e in deroga al Codice della Strada. Ad esempio: percorsi pedonali e corsie ciclabili in sola segnaletica, doppio senso bici, strade residenziali a 10 km/h aperte ai pedoni, strade scolastiche, intermodalità bici-TPL (Rete di Mobilità di Emergenza/Transizione)

2. Introduzione, già dal prossimo “decreto aprile”, di forti incentivi economici e finanziamenti per il potenziamento della mobilità attiva come alternativa all’uso dell’auto privata e complementare al trasporto pubblico. Ad esempio: Fondo interventi urgenti mobilità sostenibile dei Comuni (per realizzare quanto previsto al punto 1), bonus-mobilità per i cittadini (acquisto bici elettriche, servizi di bike sharing e micromobilità), premialità e rimborsi chilometrici; 

3. Pieno mantenimento delle misure di equilibrio del sistema della mobilità, come le ZTL, la sosta regolamentata, le corsie preferenziali, indispensabili ancor più ora per gestire il traffico, rendere appetibili ed efficienti le modalità alternative all’auto ed evitare 

la completa paralisi circolatoria derivante da un “liberi tutti” di spostarsi comunque e ovunque in macchina; 

4. Contenimento della domanda e dei picchi di mobilità lavorativa e commerciale, promuovendo in modo diffuso lo smart working come modalità facoltativa di lavoro con priorità per i pendolari extraurbani, la differenziazione degli orari di attività economiche e uffici, e i sistemi di consegna a domicilio, privilegiando ed incentivando quelli su bicicletta e cargo-bike; 

5. Riconoscimento, promozione e finanziamento della mobilità attiva (pedonalità e ciclabilità) come modo di trasporto urbano resiliente, in quanto capace di garantire il diritto alla mobilità in sicurezza per tutti e di assorbire una quota rilevante della mobilità nel rispetto della distanza di sicurezza e con la minore occupazione di spazio, evitando di aumentare in modo insostenibile il traffico privato e congestionare i mezzi pubblici; 

6. Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico che coordini e armonizzi le misure di cui ai punti precedenti su tutto il territorio nazionale all’interno di un Piano di Mobilità di Emergenza/Transizione Covid-19

7. Realizzazione di campagne informative nazionali per stimolare stili di vita basati su 

forme di mobilità attiva, indispensabili per tenersi in salute e recuperare la forma fisica. 

In attesa di un Vostro cortese riscontro si porgono distinti saluti. 

Promotori 

SalvaiCiclisti Roma – SiC Roma A.p.s. Ciclostile – ciclofficina popolare del Centro Sociale Bruno di Trento Rete Vivinstrada – Associazioni per la cultura e prevenzione stradale Milano Bicycle Coalition ASD Salvaiciclisti Bologna A.p.s. Consulta Comunale della Bicicletta di Bologna Italian Cycling Embassy Legambici – Legambiente per la mobilità attiva e la ciclabilità APS, Milano Bike Pride Fiab Torino FIAB Roma BiciLiberaTutti Bike4city A.p.s. Legambiente Cittadini per l’aria Onlus Comitato Torino Respira Ecoborgo Campidoglio – Torino FIAB Torino Bici e Dintorni FIAB Firenze Ciclabile Associazione hub.MAT, Olbia 

Kyoto Club Alleanza Mobilità Dolce Legambiente Metropolitano Torino e area metropolitana FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta Bikeitalia.it Fondazione Michele Scarponi Onlus Associazione Napoli Pedala Bike to school Fridays For Future – Milano Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico della città di Torino Fridays For Future – Como Famiglie senz’auto 

Prof. Lorenzo Pagliano, Coordinatore di eERG – end-use Efficiency Research Group, Politecnico di Milano Prof. Federico Zanfi, Urbanista, Politecnico di Milano Paolo Bozzuto, Urbanista, Ricercatore, Politecnico di Milano Prof. Lorenzo Fabian, Urbanista, IUAV Venezia Prof. Stefano Munarin, Urbanista, IUAV Venezia Paolo Bellino (Rotafixa) Paolo Gandolfi Prof. Paolo Pileri, Politecnico di Milano, Urbanista, responsabile scientifico progetto VENTO Dr. Francesco Pittau, ETH Zürich, Chair of Sustainable Construction 

STOP AGLI ATTENDISMI – D’INQUINAMENTO DI TRAFFICO SI MUORE

Lettera aperta ai nostri amministratori locali e regionali

Leggiamo con sconcerto le affermazioni di diversi nostri amministratori che scelgono sempre di attendere ulteriori conferme, ignorando il principio di precauzione, della relazione fra traffico e inquinamento e relativi decessi. In questi giorni un’ulteriore conferma della correlazione tra diminuzione delle emissioni e diminuzione del traffico veicolare registrato in queste settimane, arriva dai maggiori enti di ricerca internazionali che hanno certificato la riduzione degli inquinanti in atmosfera per effetto delle misure contro il coronavirus, con una riduzione di NO2 in pianura padana del 50%. Non è ancora sufficiente per prendere provvedimenti urgenti e salvare altre vite?


Dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) arriva la conferma che la riduzione dell’inquinamento atmosferico osservata in tutta Europa nelle ultime settimane dipende in gran parte dalle misure di contenimento della mobilità e di altre attività attuate per contrastare la diffusione dell’epidemia di Covid-19. In particolare, l’SNPA afferma che “Si riduce in maniera significativa uno dei principali inquinanti dell’atmosfera, il biossido di azoto (NO2), a seguito delle misure introdotte dal Governo per l’emergenza Coronavirus. Si stima una diminuzione dell’ordine del 50% nella Pianura Padana”, mentre l’EEA conferma una forte riduzione delle concentrazioni di NO2 in tutta Europa, riconducendolo “in gran parte alla riduzione del traffico e di altre attività, soprattutto nelle principali città in cui sono previste misure di isolamento”.


Infine, il sistema di osservazione satellitare Copernicus dell’Agenzia Spaziale Europea, già a febbraio aveva stimando una riduzione del 20-30% di PM2.5 in Cina,depurando la stima dai trend di lungo periodo e da fattori meteorologici, concludendo che il calo è “con tutta probabilità legato alle misure messe in campo nel Paese per contrastare l’epidemia del nuovo coronavirus Covid-19”.


Se è senz’altro vero che la concentrazione di inquinanti in atmosfera dipende anche da fattori meteorologici, questi dati confermano che le emissioni da traffico veicolare e altre attività umane sono di gran lunga il fattore determinante, e sono anche le uniche su cui possono incidere significativamente le scelte di politica ambientale, visto che modificare l’orografia della Pianura Padana o le condizioni meteo non è possibile.Le misure prese finora per la qualità dell’aria sono state largamente insufficienti e le condizioni di salute dell’apparato respiratorio dei nostri concittadini in questo momento ricoverati nelle terapie intensive ci sta restituendo tutta la tragica realtà. Chiediamo unapiena assunzione di responsabilità da parte dei nostri amministratori, e un repentino cambio di passo nel considerare l’estrema dannosità delle emissioni per la salute pubblica. Non possiamo aspettare che piova o tiri vento (o peggio ancora che scoppi la prossima epidemia) per poter respirare aria pulita. Occorre agire con determinazione per ridurre il traffico e salvare vite, anche dopo l’emergenza.

Bologna, 27 marzo 2020
AMO Bologna
Aria Pesa
CampiAperti – Associazione per la Sovranità Alimentare
Cinnica – Libera Consulta per una città amica dell’infanzia
Consulta della Bicicletta di Bologna
Coordinamento dei Comitati contrari al Passante di Mezzo
Amici di Extinction Rebellion
Fridays For Future – Bologna
Làbas
Osservatorio Cittadino Mense Scolastiche
Rete dei Comitati Genitori delle scuole di Bologna
Rigenerazione NO Speculazione
Rusko – Riparo Uso Scambio Comunitario
#salvaiciclisti Bologna
Studenti per l’Ambiente Bologna
Tpo
Until The Revolution

Lettera al Governo: fermare i ciclomeccanici significa non garantire a tutti diritto di spostarsi in sicurezza

Secondo la classificazione ATECO delle attività chi ripara biciclette è considerato “attività non essenziale” perché attinente a chi ripara attrezzatura da campeggio e articoli sportivi. Nel mondo reale però la bicicletta un mezzo di trasporto, a volte l’unico, essenziale per andare al lavoro, fare la spesa, andare dal medico, un mezzo di trasporto per cui la manutenzione è necessaria. Tra questi ci sono anche medici e infermieri, che ci scrivono preoccupati in queste ore: “come farò a raggiungere l’ospedale se avrò un problema meccanico nei prossimi giorni, anche una semplice foratura? Sarò costretto a prendere i mezzi pubblici, aumentando il rischio di contagio per me stesso e per gli altri”. 
Per molti altri ancora la bicicletta è persino uno strumento di lavoro, per esempio per i numerosissimi ciclofattorini che ci portano a casa i pasti a domicilio o ai corrieri sui quali si sono riversate tutte le richieste di spesa a domicilio. Tralasciare dall’assistenza meccanica queste categorie di lavoratori, già vessate dall’assenza di tutele assicurative e sindacali, è una grave dimenticanza, e significa rendere complessa una situazione già durissima per tutta la società civile, specialmente nelle città, dove la bicicletta rappresenta per molti una risorsa imprescindibile.

Per queste ragioni, congiuntamente con 10 associazioni di tutela dei ciclisti urbani provenienti da tutta Italia abbiamo inviato ai Ministri competenti la lettera che alleghiamo a questo comunicato.

Egr. On.le Stefano PATUANELLI
Ministro dello Sviluppo Economico
[email protected]
[email protected]
e p.c.


Egr. On.le Roberto Gualtieri
Ministro dell’Economia e delle Finanze
[email protected]

Gent.le On.le Nunzia Catalfo
Ministro del Lavoro e della Politiche Sociali
[email protected]


Oggetto: richiesta di riconoscimento delle attività di riparazione di biciclette quali servizi essenziali esonerati dall’obbligo di chiusura, ed inserimento del rispettivo codice Ateco 95.29.02, relativamente alla suddetta attività, nell’allegato 1 al D.P.C.M. del 22 marzo 2020.


Le su intestate Associazioni sono qui a rappresentare quanto segue.
 Il D.P.C.M. del 22 marzo 2020, pubblicato in GU Serie Generale n.76 del 22-03-2020, rubricato “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6”, reca misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale,

 All’art. 1 comma 1 lett. a) è stabilito che “sono sospese tutte le attività produttive industriali e
commerciali, ad eccezione di quelle indicate nell’allegato 1 e salvo quanto di seguito disposto”;

 Nell’elenco delle attività ritenute essenziali, di cui all’allegato 1 del predetto DPCM del 22 marzo 2020, sono riportati i codici ATECO relativi alla manutenzione e riparazione, nonché commercio, di parti ed accessori di autoveicoli e motocicli, mentre non è inserito il codice Ateco 95.29.02 relativo riparazione delle biciclette;


 Detta esclusione dall’elenco delle attività essenziali appare profondamente discriminatorio per un’ampia parte della popolazione che ha scelto la bicicletta quale unico o prevalente mezzo di trasporto per tutte le proprie attività quotidiane, come andare a lavoro e/o svolgere
le proprie attività necessarie previste dal decreto;
 L’intera categoria dei corrieri in bicicletta ad esempio, che utilizzano la bicicletta come strumento di lavoro, risulta danneggiata da questa esclusione, in quanto nell’ipotesi di rottura del mezzo o bisogno di manutenere lo stesso, si trova nell’impossibilità di provvedere alla sua riparazione;
 Vista l’esclusione in commento, appare pertanto necessario che si provveda alla integrazione dell’elenco dei codici ATECO inserendo nella lista quello relativo all’attività di riparazione di biciclette (95.29.02);
 La modifica richiesta risulta possibile alla stregua dello stesso decreto, laddove all’art.1 comma 1 lett. a) ultimo capoverso è stabilito che: “L’elenco dei codici di cui all’allegato 1 può essere modificato con decreto del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze”;
Atteso quanto sopra significato, le sottoscritte Associazioni


CHIEDONO

alle S.V.Ill.me la modifica dell’allegato 1 di cui al D.P.C.M. del 22 marzo 2020 pubblicato in GU Serie Generale n.76 del 22-03-2020 e l’inserimento del codice ATECO 95.29.02 relativamente alla riparazione delle biciclette, in quanto mezzo di trasporto essenziale per un’ampia fascia della popolazione e strumento di lavoro per i corrieri in bicicletta.

Sicuri di un Vs pronto riscontro, distinti saluti.

A.P.S. Salvaiciclisti Roma
Avv. Enzina Fasano, Presidente, l.r.p.t.
A.P.S. Salvaiciclisti Bologna
Simona Larghetti, Presidente, l.r.p.t.
Rete Vivinstrada
Alfredo Giordani, Presidente, l.r.p.t.
FIAB ONLUS
Alessandro Tursi, Presidente, l.r.p.t.
A.D.S. Napoli Pedala
Luca Simeone, Presidente, l.r.p.t.
A.S.D. Milano Bicycle Coalition
Marco Mazzai, Presidente, l.r.p.t
A.P.S. Legambici
Federico Del Prete, Presidente l.r.p.t
Bike to school
Anna Becchi, Rappresentante
FIAB Firenze Ciclabile Onlus
Luca Polverini, Presidente, l.r.p.t.
Alleanza Mobilità Dolce
Anna Donati, Portavoce
Fondazione Michele Scarponi Onlus
Marco Scarponi, Segretario generale, l.r.p.t.

Uno spot indecente

Spett.le Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria

via Larga 15

20122 Milano (Italy)

Bologna, 13 gennaio 2020

Oggetto: Ritiro della campagna pubblicitaria autoveicolo Jeep per violazione del Codice di autodisciplina della comunicazione commerciale

Egregi signori,

con la presente chiediamo che la campagna pubblicitaria del prodotto autoveicolo “Jeep” del gruppo FCA, in forma di spot recentemente in onda sui canali televisivi nazionali e radio e ripresa sul web (ad esempio canale YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=XYX67N0oO9E ), con il titolo “Lonely Boy, Non tutti i genitori guidano una Jeep”, venga ritirata in quanto viola palesemente almeno due articoli del Codice di autodisciplina della comunicazione pubblicitaria.

A nostro giudizio il citato spot viola l’articolo 11. Lo spot ritrae un bambino portato a scuola in auto, tutto solo, mentre fuori nevica, nel viaggio vede i compagni giocare felici nella neve a palle di neve, e lui resta in auto, passivo, cantando triste “All By Myself”. In classe non c’è nessuno, perché apparentemente gli altri compagni, per la neve, non sono andati a scuola. Solo una compagna entra in classe, anche lei portata a scuola con un’altra Jeep, e compare la scritta “Non tutti i genitori guidano una Jeep”.

Il messaggio che passa è classista: i vostri figli impareranno ad essere orgogliosi a star solo con chi può permettersi grandi auto e costose, e quindi viola il comma dell’art. 11 che recita che la comunicazione commerciale non deve indurre a “ritenere che il mancato possesso del prodotto oggetto della comunicazione significhi inferiorità, oppure mancato assolvimento dei loro compiti da parte dei genitori”.

Per i sopracitati motivi il post viola anche l’articolo 14, in quanto è fortemente denigratorio.

Il messaggio radio è ancora più esplicito recitando una sorta di solidarietà ai bambini i cui genitori hanno una Jeep e che pertanto li possono portare a scuola nonostante la neve.

Inoltre il messaggio pubblicitario promuove stili di vita contrari alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità perché ostacola il raggiungimento dei livelli adeguati di attività fisica (almeno 30’ di attività fisica moderata al giorno) con possibili importanti ricadute sulla salute presente e futura dei bambini [WHO, Ending Childhood Obesity2016; Marzi I., Reimers AK. Children’s Independent Mobility: Current Knowledge, Future Directions, and Public Health Implications. International Journal of Environmental Research and Public Health. 2018;15:15]. 

Infine il mancato rilascio dell’autonomia su percorsi quotidiani più abituali, come quello casa-scuola, implicito nell’accompagnamento in auto, in questo caso addirittura forzato, influisce negativamente su vari ambiti dello sviluppo infantile quali la capacità di orientarsi all’interno di un ambiente, di costruire con esso legami di identità e responsabilità, di socializzare senza l’intermediazione di figure adulte, sulla costruzione dell’autostima e della fiducia in se stessi  [Rissotto A., Tonucci F., “Freedom of Movement and Environmental Knowledge in Elementary School Children”, Journal of Environmental Psychology, 22, 2002; Vercesi, M. La mobilità autonoma dei bambini: tra ricerca e interventi sul territorio, Angeli, Milano, 2008].

Tale idea appare particolarmente dannosa in un Paese come l’Italia in cui i livelli di autonomia negli spostamenti quotidiani dei bambini tra i 6 e gli 11 anni sono tra i più bassi a livello internazionale: in particolare quelli che vanno abitualmente a scuola da soli sono solo il 7%, rispetto al 23% degli inglesi e al 47% dei tedeschi [Shaw, B., Bicket M., Elliott B., Fagan-Watson B., Mocca E. Hillman M., Children’s Independent Mobility: an international comparison and recommendations for action, Policy Studies Institute/Westminster University, London, 2015].

Per tutti i suddetti motivi chiediamo che la campagna pubblicitaria citata venga censurata e ritirata.

Distinti saluti,

Salvaiciclisti-Bologna

Simona Larghetti

(Presidente)

VI CHIEDIAMO CORAGGIO E PAZIENZA

LETTERA APERTA AI CANDIDATI PER LE ELEZIONI REGIONALI ER 2020


Ormai è chiaro a tutti e tutte che i temi ambientali devono occupare il primo posto di qualunque agenda politica: è una questione di  salvaguardia della nostra specie e del mondo in cui viviamo.
Eppure le risposte della classe politica non sono state all’altezza della urgente richiesta che proviene a più voci dalla società civile. Assistiamo a lodi sperticate ai giovani dei Fridays for Future e contemporaneamente piena soddisfazione nell’inaugurare nuove infrastrutture nate già obsolete, figlie della retorica che incoraggia lo sviluppo “insostenibile” nel nome della crescita a discapito della salute e con un costo sociale e umano ancora troppo caro da pagare. 

Questa ipocrisia non può durare a lungo

Se vogliamo che anche i giovani che animano le strade e le piazze di questa Regione si ri-innamorino della politica dobbiamo dimostrarci capaci di avere a cuore il loro futuro. 

Troppo spesso è mancata a questa classe politica il coraggio di fare scelte che inducono un cambiamento delle abitudini di mobilità, di consumo, di stile di vita nel quotidiano, ed è mancata la pazienza di attendere risultati a medio e lungo termine, concentrandosi solo sul qui e ora. Le scelte per l’ambiente devono essere radicali senza pretendere obiettivi di breve periodo. Deve essere chiaro a tutti che la cura dell’ambiente non è un corollario alle politiche ma un elemento fondamentale per garantire la giustizia sociale

Cosa ci aspettiamo da chi dichiara di volersi impegnare per l’ambiente in Regione:

1 – Disincentivo dell’uso dell’auto privata: Basta con  infrastrutture destinate solo alla mobilità privata! Serve una maggior attenzione al trasporto pubblico anche nelle aree interne, dove i cittadini della Regione sono costretti all’uso dell’auto (montagna e campagna). Moltiplicare l’impegno sulla rete ferroviaria regionale anche in considerazione della nascita di Trenitalia-tper. Rendere gratuito il trasporto bici e incentivare l’acquisto di bici pieghevoli per favorire l’intermodalità. Migliorare gli accordi con le altre regioni per uniformare il servizio di mobilità interregionale 

2 – Un nuovo piano per la qualità dell’Aria che sia vincolante per i Comuni: dopo i deludenti risultati del PAIR, vogliamo  misure reali e concrete, non simboliche, non emergenziale ma di sistema, che abbiano un impatto profondo e duraturo sulla qualità dell’aria della nostra Regione. La salute dei cittadini e delle cittadine dell’Emilia Romagna è fortemente in pericolo, servono misure coraggiose.

3 – Realizzazione delle linee guida della ciclabilità della Regione Emilia Romagna: finanziare i Comuni che realizzano infrastrutture e servizi per la ciclabilità, completamento della rete ciclabile regionale, incentivi al cicloturismo e alla ricezione cicloturistica, mappatura, mantenimento e promozione dei percorsi cicloturistici

Come associazione abbiamo a cuore la mobilità urbana e l’ambiente e come comunità siamo massimamente interessati a contribuire con tutti coloro che vorranno impegnarsi nella la rivoluzione ecologica nel proprio ruolo di consigliere regionale.

Siamo quindi a disposizione di tutti i candidati e le candidate che vorranno approfondire con noi questi temi, nel rispetto dei nostri valori di antifascismo, solidarietà e antisessismo.

Il direttivo di Salvaiciclisti Bologna

Incidenti davanti alle scuole: lettera ai deputati

Come vi ricorderete, dal censimento dell’aria della nostra città fatto dagli amici di Aria Pesa è emerso che le strade intorno alle scuole di Bologna sono tra le più inquinate.
Insieme a tante altre associazioni, abbiamo scritto questa lettera ai nostri rappresentanti politici.


Lettera ai/alle Parlamentari della Camera Dei Deputati
Gentile Presidente Camera dei Deputati.
Gentili Capigruppo dei Gruppi Parlamentari,
Gentili Deputate e Deputati

OGGETTO: Urgente una norma sulle Strade Scolastiche

Gent.mi,
La scuola è iniziata da appena un mese, e già la cronaca riporta di numerosi incidenti stradali che coinvolgono i bambini davanti alla scuola.
Il 20 settembre a Schio (Vicenza), un bimbo di 8 anni è stato travolto all’uscita dalla scuola, Pochi giorni fa, a Chieri, Torino, 5 bambini della scuola dell’infanzia sono stati travolti da un SUV parcheggiato davanti al loro asilo nido, e una di loro è gravissima.
E’ urgente ed importante liberare le aree davanti alle scuole dalle auto, parcheggiate o in movimento, almeno negli orari di entrata/uscita dei bambini.
Chiediamo quindi:
1) che venga rapidamente calendarizzato e discusso in Aula il provvedimento di riforma del Codice della Strada, con la norma Zone Scolastiche”, (previste dall’art. 1, co. 2, lett. b), n. 2, del Testo Unificato dei progetti di legge AC 24 e abb. “Modifiche al codice della strada”).
2) Chiediamo di emendare il testo in senso restrittivo, a maggior tutela dei bambini, prevedendo una gerarchia di azioni, con precedenza alla pedonalizzazione; solo se ciò non è possibile, si può pensare a ZTL e solo in casi particolari, laddove non sia possibile allontanare i veicoli da davanti alle scuole, si possono mettere Zone 30 con adeguati dispositivi di rallentamento del traffico.
Basta auto davanti alla scuola, senza se e senza ma, è una questione di civiltà.

Le associazioni e i comitati aderenti alla Campagna Strade Scolastiche (www.stradescolastiche.it, [email protected])

Famiglie senz’auto
Bike to School • Roma
#salvaiciclisti
FIAB Onlus
Bikeitalia.it
UPPA.it – un pediatra per amico
Italian Cycling Embassy
Kyoto Club
Alleanza per la Mobilità Dolce
Legambici, Legambiente per la ciclabilità
Genitori Antismog Milano
Cittadini per l’Aria onlus
Turismo senz’auto
Massa Marmocchi
Fondazione Michele Scarponi
Rete Vivinstrada
Fondazione Luigi Guccione Onlus
Associazione Culturale La GRU – Germogli di Rinascita Urbana
Milano Bicycle Coalition
Associazione Culturale Pediatri PUMP “Pediatri per un mondo possibile
hub.MAT – Laboratorio per la mobilità, l’ambiente ed il territorio territorio
Bike to School • Napoli
Associazione Piedibus.it

Codice della Strada: un passo avanti e due indietro

COMUNICATO STAMPA

di FIAB, Legambici, Salvaiciclisti, Famiglie senz’auto, Amodo, Napoli Pedala, Bike to school, Vivinstrada, Kyoto Club, Fondazione Michele Scarponi

Come associazioni che rappresentano decine di migliaia di cittadini e cittadine che utilizzano la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano, per il tempo libero e il cicloturismo e da anni si battono per città più vivibili, sane e sicure per tutti gli utenti della strada, esprimiamo i nostri pareri sul testo di Riforma del Codice della Strada, da poco approvato dalla Commissione Trasporti della Camera.

Condividiamo la bocciatura della proposta che voleva aumentare il limite di velocità in autostrada a 150 km/h: mai come in questi giorni assistiamo ad una vera emergenza di insicurezza sulle strade, figlia spesso di alta velocità e di un utilizzo dell’auto in condizioni inadeguate da molti punti di vista.

Siamo molto favorevoli ai provvedimentI delle”case avanzate” per i ciclisti ai semafori, al doppio senso ciclabile e all’obbligo di rispettare un metro e mezzo dal ciclista in fase di sorpasso: sono misure che danno maggiore sicurezza al cittadino in bicicletta e agevolano la mobilità attiva.

Salutiamo con soddisfazione l’introduzione nel Codice della Strada delle “strade scolastiche” ma riteniamo che si debba dare ai Comuni degli strumenti più cogenti: occorre vincolare i Comuni ad una gerarchia di azioni, con la priorità assoluta alla pedonalizzazione; se ciò non fosse possibile, l’istituzione della ZTL, e da ultimo, nell’impossibilità di chiudere al traffico automobilistico, la creazione di zone 30, attraverso interventi e dispositivi atti a rallentare effettivamente il traffico (gimkane, dossi, restringimenti carreggiata…). Ricordiamo la campagna stradescolastiche.it, alla quale aderiscono anche associazioni di pediatri, che sostengono fortemente la creazione di aree di rispetto reali davanti alle scuole.

Siamo però contrari alla norma che prevede il casco obbligatorio in bicicletta per i bambini fino ai 12 anni: sull’obbligo ci siamo già espressi con svariati comunicati come singole associazioni, forti di una lunga e articolata documentazione scientifica che dimostra da un lato che il casco da bici è utile in pratica solo per cadute accidentali a bassa velocità, mentre è pressoché inefficace per gli scontri con veicoli a motore, che sono quelli che provocano morti e feriti gravi, e, dall’altro lato, che l’obbligo dell’uso del casco disincentiva l’utilizzo della bicicletta e, riducendo il numero di ciclisti in strada, alla fine ha come effetto-paradosso un calo del livello di sicurezza per chi si muove in bici: l’esatto opposto dell’obiettivo che chi sostiene questa misura afferma di voler raggiungere! Siamo ovviamente d’accordo sul consigliarne sempre l’uso per i più piccoli. E a tale proposito, chiediamo al legislatore: qual è l’obiettivo che vorrebbe raggiungere con questo provvedimento?

Se l’obiettivo è dare sicurezza sulle strade ai cittadini, di qualunque età, occorre intervenire sulle cause vere che sono, su tutte, la velocità dell’automobile, la guida distratta dall’uso degli smartphone e il consumo di alcol/sostanze stupefacenti da parte dell’autista, anche per gli incidenti che riguardano bambini e giovani – come dicono da tempo i dati Istat e ci ricordano purtroppo anche le drammatiche notizie di cronaca di questi giorni.

Se ciò che sta davvero a cuore è salvare vite umane, la priorità, allora, è prendere provvedimenti per diminuire il numero di auto e rallentarne la velocità, ad esempio attraverso l’Intelligent Speed Adaption (ISA), un rilevatore di velocità che impedisce alle auto di superare il limite, o l’abbassamento del limite a 30 km/h in tutta la città (invece dei 50 km/h ). Misure e norme che non abbiamo ritrovato nel testo adottato in Commissione e che ci auguriamo possano essere introdotte nel passaggio nell’Aula della Camera dei Deputati, per aumentare la sicurezza e la condivisione dello spazio stradale da parte di tutti gli utenti.

Qui alcuni riferimenti per approfondire il tema:

http://fiab-onlus.it/bici/attivita/campagne-ed-interventi/codice-di-sicurezza/item/2196-casco- obbligatorio-posizione-fiab.html

https://www.bikeitalia.it/2019/07/15/il-neurochirurgo-ma-quale-casco-obbligatorio-per- salvare-vite-bisogna-ridurre-le-velocita

https://ecf.com/what-we-do/road-safety/ecf-position-helmets

Milano, 16 luglio 2019